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L'importanza di valutare le piattaforme di distribuzione di contenuti live

Infront
11/01/2019
2 min read

Quando Rupert Murdoch ha lanciato i suoi canali e network sportivi negli Stati Uniti, ha individuato nello sport la chiave del suo successo. Murdoch ha capito che lo sport poteva essere usato come una calamita per guadagnare abbonati perché attira e attrae il pubblico con la stessa forza di uno spettacolo di alto livello su base regolare.

Adesso la storia sembra ripetersi, dato che vediamo un numero crescente di piattaforme che entrano nel mondo dello sport in diretta. Amazon, Facebook, YouTube e Tencent hanno tutti gravitato verso lo sport per distribuire contenuti live sulle loro piattaforme.

Essendo una persona realistica, personalmente non credo che presto vedremo Facebook, YouTube e Amazon comprare i diritti su qualcosa come la Coppa del mondo FIFA, ma di certo nulla impedisce loro di poterlo fare tra 10 o 20 anni. Tutti hanno già un notevole mole di abbonati - forse con l'eccezione di Amazon - e questo giustificherebbe un'ampia distribuzione di quel contenuto in un gruppo chiave di consumatori in tutto il mondo.

A differenza del passato in cui si disponeva di canali via cavo specifici per paese e regione, la distribuzione sta diventando globale. Se si è una delle piattaforme di cui sopra, ogni opportunità di distribuire contenuti su base globale ad un vasto pubblico è destinata a suscitare interesse.

Sarà interessante vedere come queste piattaforme inizieranno a distribuire lo sport. Anche se inevitabilmente incontreranno problemi - i problemi di Amazon in streaming delle finali ATP nel Regno Unito sono un esempio recente - è quasi certo che la crescita continuerà.

Nuove piattaforme per le nuove generazioni

Nella mia recente intervista con Joao Frigerio di iWorkinSports, quest’ultimo ha sottolineato che gli appassionati di sport hanno in media 11 mesi in più ogni anno.

 

Anche se non credo che gli appassionati di sport stiano invecchiando, penso che la distribuzione tradizionale sia rivolta principalmente alla generazione più anziana. In poche parole, i dati non riflettono la realtà.

Affidarsi a quel modello tradizionale non fa ben sperare per uno sport che vuole essere presente nel prossimo decennio o giù di lì. Il numero di persone sotto i 20 anni che consumano sport nella modalità che noi come industria consideriamo tradizionale (cioè la trasmissione televisiva) è in minoranza.

Gli appassionati di sport non invecchiano, sono semplicemente i metodi di distribuzione che stanno cambiando. Questo è più evidente che mai nel caso degli eSports, dove i principali giocatori si spostano per andare dove sanno di trovare i loro tifosi. È a quel punto che si può iniziare a usare il digitale per collegare i tifosi ai marchi, come ho detto alla fine dell'anno scorso.

Le organizzazioni, ora più che mai, hanno bisogno di ampliare il loro raggio d’azione nel coinvolgimento dei tifosi. La distribuzione di contenuti che si trovano sul proprio sito web e sulle piattaforme social può essere facilmente trasferita su un telefono, ed è così che si costruisce una base di tifoseria in questo clima attuale. Inoltre, se non si è in grado di costruire su quella connettività, si diventa irrilevanti.