Mio figlio ha 18 anni e piuttosto di rado pensa di accendere la TV e guardare una partita come fanno molti appassionati di sport tradizionali. Una nuova generazione di “tagliatori di cavi” occupa già una parte significativa del mercato, rendendo i canali tradizionali sempre più irrilevanti per questa fascia demografica.
Negli anni '70 e all'inizio degli anni '80, alcuni sponsor collegavano per la prima volta i loro marchi ai grandi eventi sportivi, offrendo loro un genere di esposizione mediatica che prima non esisteva. Questo ha cambiato le regole del gioco, soprattutto quando organizzazioni del calibro di FIFA hanno iniziato davvero a monetizzare la FIFA World Cup™. Per diversi decenni, non ci sono stati molti cambiamenti nel modo di commercializzare i marchi nello sport.
A metà degli anni 2000 si è capito ben presto che l'industria sportiva doveva passare dal ruolo di intermediario a quello di creatore di contenuti significativi e specifici per le piattaforme. Il tempo ha dimostrato che questo è stato il modo più vantaggioso per raggiungere i tifosi sia per i rights holder che per gli sponsor.
Il modo in cui guardiamo lo sport è cambiato drasticamente e ora stiamo lavorando costantemente per migliorare la distribuzione dei contenuti ai consumatori attraverso molteplici piattaforme e dispositivi. La cosa più importante al giorno d’oggi è creare contenuti che siano rilevanti per il tifoso sia prima che dopo l'evento, insieme ad una strategia di distribuzione su tutte le piattaforme social. La generazione di mio figlio potrebbe non voler vedere l'intera partita in diretta, ma piuttosto solo alcune clip o i punti salienti. Insomma, il vostro partner digitale deve saper comprendere il vostro sport e settore, ma ancor di più ha bisogno di capire veramente cosa vogliono i vostri consumatori.
Dobbiamo intuire a quali cose i tifosi tengono di più e fornire loro costantemente queste esperienze.
La segmentazione dei media ha offerto alla gente possibilità di scelta che prima non erano disponibili e per questo motivo il pubblico sta diventando molto più esigente su ciò che desidera come prodotto finale. Ciò significa che le agenzie devono andare oltre le attività tradizionali per aiutare i rights holder a rafforzare i legami tra i loro tifosi e i soggetti partecipanti, sia che ciò avvenga attraverso attività per incoraggiare la condivisione di un'associazione di sponsor con un marchio, come ha fatto Kumho durante il weekend NBA All-Star del 2015, o collegando gli sport tradizionali a nuovi canali d’interesse per i giovani tifosi, come gli eSports.
In questo modo possiamo aiutare i rights holder a conoscere meglio questi tifosi e partecipanti e a costruire con loro un rapporto prezioso e duraturo. Attraverso una profonda conoscenza, i rights holder e gli sponsor possono connettersi ai consumatori in un modo mai visto prima.
Per saperne di più leggete la mia intervista con Joao Frigerio di iWorkinSport.